IL MIO PENSIERO FINALE SULLA

PRE-CAPITOLARE

7-8/05/2016
di Giuseppe Mariano

Buon pomeriggio ragazzi,
scusatemi se uso questo pizzino per parlare con voi, ma l'emozione è grande e potrei iniziare a balbettare o a svalvolare.

Scrivo ciò per parlare un po' di me, Giuseppe Mariano, ma non voglio annoiarvi con la descrizione del mio cammino in Gi.Fra., più o meno è simile a quello ascoltato dalle mie compagne di avventura ieri davanti alla tomba di don Tonino Bello, lasciatemi solo che vi parli della parte più bella!!!

Tutto ebbe inizio la scorsa estate, durante il convegno nazionale degli araldini. Un bel giorno mi squillò il cellulare, erano Laura e Betta, chiedendomi se potessi accompagnare i piccoli araldi in questa esperienza.

Io preso dall'emozione e dalla paura tacqui, pietrificato, ma dopo un bella chiacchierata accettai. Arrivò il giorno della partenza, tutti felici, emozionati, pieni di vita; io un pezzo di stoccafisso, un baccalà, lì a guardare impaurito.

Un giorno parlai ai ragazzi della "condivisione". Sembra una sciocchezza, ma non fu così. Dopo ore e giorni, i ragazzi continuavano a parlare di quello che io avevo spiegato loro, e lì qualcosa iniziò a muoversi dentro di me, come un fremito, una cosa grande, diciamo come quando ti innamori di una persona, non si può descrivere. C'è e basta.

Da qui iniziai ad essere più presente nella mia fraternità, come una luce di vita che accesi due  week-end  fa a San Giovanni Rotondo. Lì cominciai a possedere questa immensa luce. Ma affinché ci sia luce c'è bisogno di qualcosa che l'alimenti e giungiamo ad oggi.

Ho capito che il mio combustibile siete voi, i vostri sorrisi, i vostri abbracci, la vostra felicità che vi scorre dentro, il vostro amore verso Dio, grande e misericordioso. Sono lieto di dire adesso a gran voce sono pronto, sono pronto ad alzarmi e camminare insieme a voi, qualunque sia il mio compito, io vi proteggerò e vi indicherò la strada.

Un mio carissimo amico, nonché metà del mio cuore oggi disse: "Il presente siamo noi" e allora vi invito ad alzarci e facciamo vedere il presente a chi ancora vive nel passato. Lì fuori ci sono tanti giovani come noi che ancora non hanno trovato la strada e ci invidiano ci giudicano dicendoci: "Che voi farti prete o frate o suora?" oppure "Non è meglio il mare invece della Chiesa?".

Oggi abbiamo ricevuto un oggetto, molti in questo oggetto vedono un pezzo di legno a forma di una lettera greca denominata tau "τ", ma per me quell'oggetto è vita, speranza, gioia, amore, fraternità.

Allora vi invito a stringerlo forte insieme ad un fratello che ci crede pazzi e facciamo capire il nostro amore verso di lui, perché un oggetto preso cosi com'è non ha significato, ma se a questo oggetto attribuiamo un significato allora possiamo gridare ad unisono: io sono pronto.

Permettetemi di fare una cosa, un gesto, vi prego non consideratemi un pazzo, ma un piccolo uomo che finalmente si é innamorato di Dio.

P.S.: Un piccolo indizio, ricordatevi ciò che da detto Fra Fra davanti alla tomba di don Tonino Bello, solo così capirete quello che sto per fare. Il resto é storia......